martedì 13 febbraio 2007

Napoleone a Cervia

Con i nuovi " Capitoli per i salinari di Cervia"datati Forlì 5 agosto1797, primo anno della Repubblica Cisalpina, l'Amministrazione Centrale dell'Emilia, con sede a Forlì, sconvolgeva la vita dei salinari e proprietari togliendo agli stessi, dopo quasi trecento anni, i diritti acquisiti con la bolla del Papa Giulio II° del 1511, fra i quali anche quelli di pesca, di pascolo, e di fare legna in pineta oltre al divieto di donare,alle varie Congregazioni Religiose e assistenziali, durante la rimessa del sale (trasporto del sale dalle saline ai magazzini situati a Cervia) , un lascito di sale.
Al seguito delle truppe napoleoniche c'era anche un tecnico salinaro di Marsiglia,Gerard De Bayon. Questi fece costruire, nel 1808, all'estrema periferia nord delle saline cervesi delle nuove vasche salanti con metodo francese ovvero a raccolta unica, a differenza del metodo cervese in uso da secoli, a raccolta multipla ( giornaliera) , di circa 90 tornature di Cervia, allo scopo di produrre del sale granito e non deliquescente (caratteristica dovuta ad un eccesso di sali di magnesio che mantengono il sale costantemente umido-bagnato ) come quello in produzione nelle saline cervesi. Fortunatamente tale sistema non era adatto alla nostra latitudine per l'incostanza del tempo, la scarsa ventilazione e la minima gradazione dell'acqua di mare dovuta alla vicinanza dei
maggiori fiumi italiani, cose già fatte presenti al tecnico francese dai salinari cervesi e queste saline furono riportate, nel 1814, all'antico metodo cervese .
Nel contempo, e questa volta a ragione, frazionava, senza intaccare il corpo di una salina, le vasche evaporanti, dove frazionando il " Moraro " ( prima vasca di evaporazione ) una parte diventava il " Gaitone " . Cosi successe per le tre file di "Corboli " ( seconde vasche di evaporazione ) dove due di esse diventarono i " Lavorieri ". Nel frattempo costruiva le saline di Comacchio con metodo cervese. Queste saline verranno trasformate nel 1845 a metodo francese. Quando Cervia ritornerà allo Stato Pontificio De Bajon rimarrà come direttore delle saline.

Durante la Repubblica Cisalpina, poi Regno d'Italia, il Governo Pontificio, vistosi privato del sale di Cervia, nel 1805, decideva di ampliare le saline di Tarquinia che poi diverranno di Corneto-Tarquinia. Queste nuove saline verranno terminate solamente dopo quarant'anni e date in concessione ai conti Torlonia.

Nel frattempo, per ottemperare agli obblighi di fornitura di sale alle Legazioni del Ducato di Urbino, delle Marche e della soprintendenza di Fuligno e Perugia, la Camera Apostolica importava sele dall'estero.

L'Amministrazione Centrale dell' Emilia, che aveva puntato tutto sul sale di Cervia, rimase delusa da una cosa imponderabile. I fruitori del sale dell' Emilia e Lombardia, abituati da centinaia di anni al sale rosso e granitico
di Ibiza, importato da Genova, non volevano assolutamente il sale deliquescente di Cervia, non adatto ai loro processi di salagione. Al che qualche mente illuminata pensò di colorare il sale con dell'ocra ma l'espediente non funzionò.
A proposito della deliquescenza del sale di Cervia, se qualcuno vuole approfondire, consiglio di leggere due saggi. Il primo, del 1804,commissionato dalla " Cisalpina " al chimico Paolo Sangiorgio di Milano con titolo
" SALI DI CERVIA - Saggio Storico Chimico ", il secondo, commissionato nel 1816 da Papa Pio VII, dopo la caduta napoleonica, all' Ing. Andrea Argentini di Cesena ( fautore, nel 1776 della demolizione delle saline di
Cesenatico e conseguente costruzione delle nuove saline di Cervia denominate " Cesenati " e delle saline a metodo francese ) , con titolo " SOPRA LE SALINE E I SALI DI CERVIA- Riflessioni " che confuta interamente quello che dice il primo. Con l'avvento dell' aerometro Bè il sale cervese divenne meno deliquescente riuscendo, i salinari, a controllare meglio la precipitazione dei Sali di Magnesio che sono la causa del sale umido-bagnato. Inoltre il vescovo di Cervia, con speciale Bolla, ordinava che il sale dovesse rimanere in salina , coperto dalle stuoie, almeno un meso dopo l'ultimo raccolto, prima di essere trasportato nei Magazzini, per permettere, con lo scolo delle acque di raccolta, la perdita di una parte dei Sali di Magnesio.

Nel 1806 Napoleone si rimpossessava di Venezia e ordinava " il taglio di 8.000 pini di alto fusto della pineta di Cervia ".

Con la sconfitta di Napoleone Cervia ritornava sotto lo Stato Pontificio e il Papa metteva in atto la sua "vendetta ". Nel 1814 pretendeva da tutti i Vescovi una lettera di giustificazione e di scusa per il loro comportamento con i francesi e anche il Vescovo di Cervia proponeva la sua ( vedi allegato ) .

A Cervia c'era tanto sale che non si sapeva più dove metterlo. Tutti i magazzini, anche quelli di Cervia Vecchia e la Rocca, e tutti i piazzali disponibili erano pieni di sale e non si poteva venderlo senza l'autorizzazione papale. ( Il sale cervese era soggetto al diritto di " regalia " e solo il Papa poteva acquistarlo e rivenderlo, ma non al prezzo imposto da Napoleone). Con speciale bando, il10.02.1814, l' Amministrazione dei Sali di Cervia
mette in vendita " una partita di lib. 15.000 di cenere di soda ricavata dall'erba Kaj ossidano roscani raccolta dai fondi delle saline che fu calcinata fino dal 1811.....e 15.000 libbre di ceneri di grassella e salicornia detta volgarmente ceneraccia. Quelli che volessero far acquisto di si fatto genere....."

Nella primavera del 1816 i salinari iniziavano i consueti lavori per la messa in opera delle saline. A Luglio il Papa ordinava l'allagamento delle stesse. A più riprese il Papa minacciava la distruzione delle saline.
Con le " Solenni convenzioni del 1824 " tutto ritornerà alla normalità.

gennaio 2006 cervese a.u. Nino Giunchi

1 commento:

Luca ha detto...

Ciao Nino,
molto interessante
Luca